Tour de France 2019, Geraint Thomas incorona Bernal: “Questo è il primo di molti grandi giri per lui”
Geraint Thomas non ha vinto il Tour de France 2019, ma può comunque sorridere. Il titolo, infatti, resta in casa Ineos, con la vittoria di Egan Bernal e, inoltre, il corridore gallese affiancherà il suo compagno di squadra sul podio di Parigi, avendo terminato questa edizione della Grande Boucle al secondo posto. Il vincitore della scorsa edizione del Tour ha tessuto le lodi del suo giovane e talentuoso compagno di squadra, con il quale ha rivelato di avere un ottimo rapporto. L’ex pistard, poi, ha commentato anche la sua tattica per la tappa odierna, rivelando di averne per andare a prendere Nibali (Bahrein-Merida), ma di non aver voluto rischiare per timore di poter poi perdere dei secondi da Kruijswijk (Jumbo-Visma).
“Potevo provare a vincere la tappa alla fine, ma con Kruijswijk così vicino a me, non volevo inseguire Nibali e poi rischiare che Kruijswijk vincesse la tappa, magari dandomi anche dei secondi, quindi siamo stati tranquilli. Sono andato fino al traguardo con Bernal a ruota; tagliare la linea del traguardo insieme a lui è stato molto bello. Primo e secondo, difficile fare meglio, non credete?”
Il portacolori del team di Dave Brailsford ha ammesso che avrebbe, ovviamente, preferito essere lui a vincere, ma di essere comunque soddisfatto per la vittoria del compagno sudamericano, destinato a vincere altri grandi Giri (il diretto interessato è della stessa opinione): “Sì, sono successe molte cose. Molti alti e bassi, più bassi che alti in realtà. Ho dato il massimo e ho fatto tutto il possibile per vincere, ma per un motivo o per l’altro non è andata così. Ma alla fine se vince un compagno, diventa quella la cosa più importante. Certo, c’è una piccola parte di me alla quale sarebbe piaciuto di più fossi stato io a vincere, ma Egan è un ragazzo fantastico, ha 22 anni, chissà quanti altri ne vincerà ed esserne parte è speciale, è un bravissimo ragazzo, è un piacere stare al suo fianco”.
Il corridore britannico ha parlato anche dell’importanza del supporto ricevuto dal suo paese natale: “Il tifo da casa è stato fantastico, anche sulla strada ovviamente. Specialmente il Galles, ma tutto il Regno Unito. Forse diventare secondi mostrerà quanto è difficile vincere il Tour, perché ci si stavano abituando con Froome, me, Wiggins. Sono state settimane pazzesche, non vedo l’ora di andare a casa e rilassarmi”.
Il forte cronoman ha poi continuato a esaltare le qualità di Egan Bernal: “Sono orgoglioso e soddisfatto di aver fatto tutto il possibile per essere nella miglior forma possibile. Se avesse vinto qualcun’altro sarei molto deluso, ma ha vinto Egan, è un ragazzo fantastico, un atleta fantastico, il primo di molti Tour per lui”.
L’ex pistard si è poi detto soddisfatto del risultato finale del suo team in questo Tour, soprattutto alla luce dei vari contrattempi che hanno contraddistinto l’avvicinamento alla Grande Boucle (su tutti l’infortunio di Froome) e anche l’intera manifestazione: “L’avvicinamento non è stato fantastico, in questo Tour sembrava ci fosse la legge di Murphy, quello che può andare male, va male. Niente di particolare, ma ogni giorno c’era qualche contrattempo. In ogni caso, come ho già detto, sono contento di aver dato il massimo e che Egan ha vinto davanti a me”.
Incalzato dalle continue domande dei giornalisti, poi, Thomas ha voluto chiarire il suo rapporto con Bernal: “Non direi che c’è una rivalità. Entrambi siamo ambiziosi e in diverse fasi della carriera, io sono stato leale a molti compagni di squadra in passato, ma quando c’è la mia opportunità provo a prendermela. Allo stesso tempo quando in squadra c’è qualcuno come Egan non c’è niente di male e nessuna vergogna a dare il massimo per lui. Andiamo molto d’accordo, lui parla un ottimo inglese, il che aiuta. Poi anche la sua cultura, lui è colombiano. Sono simpatici, leali, amichevoli, con il culto della famiglia ed è un piacere averli nel team, non potrebbe andar meglio”.
Infine, una battuta su una possibile partecipazione al Giro del prossimo anno, ma anche lui, come Kruijswijk riguardo la Vuelta, non ha voluto dare alcuna comunicazione ufficiale: “Voglio solo andare a casa e staccare un po’, vedremo”.
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